LA FONDAZIONE CASTELLI FORMA I MEDICI AZZURRI ALL’ACQUACETOSA
Da sempre con lo sport e per lo sport.
La Fondazione Giorgio Castelli sarà presente il 12 aprile al centro sportivo dell’Acquacetosa nell’ambito del progetto UEFA Football Doctor Education (FDEP), il programma al quale aderiscono le 54 Federazioni europee afferenti alla UEFA, dedicato ai medici inseriti nei team nazionali.
Il programma adotta un approccio blended learning, dove si organizzano seminari faccia a faccia, in cui i medici apprendono e mettono in pratica metodologie all’avanguardia nella salvaguardia della salute degli atleti in campo. In questo contesto di altissimo livello, la Fondazione Giorgio Castelli formerà i medici azzurri alle tecniche di rianimazione cardipolmonare secondo il protocollo BLSD.
In questi anni la Fondazione Giorgio Castelli ha rappresentato un punto di eccellenza nell’opera di prevenzione e cardiprotezione nell’ambito sportivo. Diversi sono i centri sportivi che dal 2006, anticipando la Legge Balduzzi, si sono affidati al Dottor Vincenzo Castelli e allo Staff della Fondazione che presiede, per garantire modalità di intervento efficaci a tutela degli sportivi professionisti, dilettanti o semplici amatori che frequentano quotidianamente circoli e impianti sportivi. Dai tennisti ai calciatori, dai vogatori ai ginnasti, passando per il basket e il volley, sono oltre 15.000 gli esecutori laici formati in tredici anni di attività dagli istruttori della Fondazione che ricorda Giorgio, giovane calciatore che proprio su un campo di calcio, è rimasto vittima di un arresto cardiaco che gli è risultato fatale.
Da quel giorno di febbraio, la Fondazione ha donato oltre 400 defibrillatori semiautomatici, formando, contestualmente allenatori, dirigenti, atleti, insegnanti e personale addetto alla manutenzione e alla custodia di campi da gioco, palestre e impianti sportivi.
“La nostra storia parte da un campo di calcio – racconta Vincenzo Castelli – un luogo che dovrebbe rimanere il luogo dei sogni, del divertimento, dello stare insieme in modo sano e sicuro. Molte volte, però, la vita ci mette davanti a situazioni in cui è necessario essere in possesso di quelle competenze indispensabili per tutelare la salute e, talvolta, addirittura la sopravvivenza dei protagonisti. Situazioni in cui il tempo gioca un ruolo fondamentale e dove nessun aiuto dall’esterno potrà garantire la necessaria tempestività nell’intervento. Per questo – continua Castelli – la presenza di chi sa cosa fare e come farlo, unita alla disponibilità di un apparecchio defibrillatore, in caso di arresto cardiopolmonare può determinare il successo dell’intervento.”
Questa volta però, come dicevamo, a differenza dei normali corsi di formazione, dedicati quasi prevalentemente ad esecutori laici (cioè non medici, infermieri o comunque personale sanitario), ad essere formati saranno i medici dello staff delle Nazionali di Calcio italiane.
“Paradossalmente – prosegue il Dottor Castelli – anche noi medici abbiamo bisogno di essere formati e di confrontarci con altri colleghi per intervenire correttamente in quei casi dove si rende necessaria la immediata defibrillazione del soggetto in arresto cardiaco. La vicenda Morosini ci ricorda a tutti noi professionisti della salute, che è sempre presente il rischio di sbagliare, con conseguenze che possono rivelarsi, come accaduto, drammatiche.”
In questa ottica nasce il progetto della UEFA, dove il confronto tra gli operatori deputati alla salvaguardia della salute degli atleti è la strada maestra per l’applicazione delle best practices in grado di garantire la centralità dell’atleta in campo sotto il punto di vista della tutela della sua salute e della sua sicurezza.